Commemorazione delle vittime dell’ Olocausto. Olocausto uguale a distruzione della dignità umana, dei diritti umani, degli esseri umani in nome di cosa? Di follia, di ignoranza, di cecità.
Non ci sono parole per descrivere quello che è successo e che, purtroppo, è accaduto ancora: Argentina, Cile, ex Yugoslavia……..
Ho letto e riletto libri che raccontano le testimonianze di chi è sopravvissuto o di chi è stato massacrato, ho visto e rivisto documentari e film che raccontano le atrocità, le barbarie e tutte le volte è un pugno allo stomaco, come se sentissi parlare di campi di concentramento, di pulizia etnica, di sterminio a chi la pensa diversamente, da me per la prima volta.
Mi chiedo tutte le volte ma com’è possibile?
Risposta non ne ho, ma ritengo doveroso che ognuno di noi quotidianamente debba ricordare queste nefandezze, debba parlare continuamente di questi crimini e si debba impegnare affinchè non si ripetano genocidi.
Ancora oggi c’è chi semina odio verso chi è diverso da noi per religione, per colore di pelle, per paese d’origine, per orientamenti sessuali; e quel “chi” non è solo l’uomo della strada ma, ahimè, chi dovrebbe rappresentare il popolo italiano nelle istituzioni.
I mass–media trascrivono, trasmettono comizi in cui impera maleducazione, tracotanza, linguaggio volgare, atteggiamenti da super-io che dicono “se la pensi diversamente da me sei uno stolto”.
Per questo non dobbiamo ignorare o sottovalutare questi focolai che spingono all’odio ma combatterli quotidianamente in nome di una società libera, democratica e solidale.
Ho deciso di pubblicare e di condividere con voi la testimonianza di Rosetta, deportata a Auschwitz perché era operaia alla Bassetti (come lei tanti operai delle fabbriche a noi vicine Falck, Breda, Pirelli); la testimonianza è stata raccolta dalla nipote, amica di famiglia, dopo 50 anni, poiché Rosetta non amava parlare della sua prigionia, ma ancora di più delle illazioni subite al suo ritorno.
Rosetta è una donna speciale per me, perché l’ho conosciuta ed ho avuto la possibilità di sentire i suoi ricordi, non facevo domande (a 13 anni di domande se ne vorrebbero fare tante) ascoltavo e la guardavo, in piena estate che con eleganza e dignità indossava un golfino a manica lunga per nascondere quel marchio sul braccio: marchio indelebile come se i ricordi dell’anima non bastassero a ricordarle l’inferno vissuto.
Sono trascorsi ormai tanti anni, Rosetta ci ha lasciati, ma il suo ricordo resterà sempre, come gli scritti di altri sopravvissuti; il loro ricordo lo dobbiamo diffondere e divulgare, non permettiamo che cada nel vuoto, deve essere una spinta a non dimenticare e combattere affinchè uguaglianza e democrazia si affermino ovunque e sempre come diritti fondamentali di tutti gli uomini e di tutte le donne, dei bambini e delle bambine.